Quando una donna entra in un’azienda, favorita o osteggiata che sia, impegnata in attività produttive o di servizi, subito alla guida oppure poco alla volta inserita in incarichi di responsabilità, sa essere decisiva e marchiare in positivo, con il suo originale apporto, il destino dell’attività nella quale si è inserita. Può sembrare banale sottolinearlo, ma è utile e bello evidenziare questa realtà perché sia sempre di più riconosciuta nella società odierna. Le donne nel mondo dell’economia sanno essere decisive con caratteristiche tutte proprie e in modo diverso dagli uomini al punto che quando si fa un bilancio di ciò che è successo nella storia di un’impresa non si può non dire con stupore “se non era per lei…” È un “se non era per lei…” che deriva da una carica di umanità, di concezione ampia della vita, anche di pensieri e preoccupazioni che portano nell’azienda – positivamente – dimensioni dell’impegno lavorativo più profonde, meno concentrate esclusivamente sul produrre, sul servire, ma più dirette al senso di ciò che si fa. Questo libro, Nel nome delle donne, naturale sequel del precedente L’impronta delle donne, porta alla ribalta altre sette storie di imprenditrici, con la differenza che questa nuova serie presenta situazioni dove le interessate sono più direttamente identificabili con le aziende in cui lavorano. In alcuni casi hanno dovuto imporsi per diventare, appunto, decisive, ma, rovesciando il famoso detto, queste nuove storie dimostrano che dietro a ogni grande donna si scoprono grandi uomini che, in famiglia o fuori, la incoraggiano e la sostengono.