L’ESEMPIO di Francesco – Il CORAGGIO di mettersi sempre IN GIOCO

Francesco Canella, al centro, con a fianco i fratelli Pietro (a sinistra) e Settimo (a destra) il giorno della presentazione de “Un fresco Amore” e dei festeggiamenti per i 50 anni dei supermercati Alì

Un mese fa moriva a 92 anni l’uomo che ha trasformato il modello dei supermercati italiani affermatosi dagli anni 70 in poi valorizzando al massimo la vendita del “fresco” accanto al preconfezionato e legando tale innovazione ai produttori del territorio. Io l’ho conosciuto e raccontato nel libro “Un fresco amore – Francesco Canella e i supermercati Alì, una storia diventata romanzo” (Giunti), attualmente non in commercio, ma destinato a dipendenti e fornitori.

Rimane indelebile in me una frase che lui pronunciò cinque anni fa quando nell’Aula Magna del Rettorato dell’Università di Padova, lui che aveva come studi solo le elementari e le medie, frequentate di sera mentre lavorava, ricevette la laurea ad honorem in Italian Food and Wine. Al termine della sua Lectio magistralis aveva detto:

“Mi auguro che il mio esempio di vita possa essere d’aiuto a tutti quei giovani che credono nel futuro della nostra bella Italia. Bisogna mettersi sempre in gioco, affrontando le difficoltà con coraggio, lavorando con passione senza perdere mai l’entusiasmo e la voglia di fare e di innovare.”

Credo che per ognuno di noi – ma lo è innanzitutto per me – alzarsi al mattino, ricominciare una settimana di lavoro o di cura degli altri – la propria famiglia, chi sta peggio di noi, le persone a noi prossime – e sentire dentro di sé lo sprone di queste parole – sia un fattore decisivo. Possiamo avere mille limiti o difetti, ma questa prospettiva indicata da Francesco Canella , se vissuta, può rendere migliore il mondo intorno a noi, anche il mondo dell’economia.

Il romanzo della sua vita, che ho potuto scrivere grazie alla segnalazione degli amici della Giunti, Fabio Bisio e Francesco Zamichieli, è stato pieno di difficoltà. L’invenzione dei supermercati Alì, sostenuta e accompagnata dal lavoro dei fratelli Pietro e Settimo, ha prodotto ricchezza e benessere soprattutto nei territori del Veneto dove l’insegna opera principalmente. L’azienda ha chiuso il 2023 con un risultato record nel fatturato, che ha raggiunto il miliardo e quattrocento milioni di euro. A oggi i punti-vendita della Alì sono 117, ultimi in ordine di tempo quello di Albignasego e il rilancio di quello di Tombolo. I supermercato Alì danno lavoro attualmente a quasi 4800 persone. Sono dati che hanno dello straordinario anche rapportati al fatto che nascono dall’impegno di una grande famiglia allargata, che ha dimostrato negli anni capacità di coesione al di là e soprattutto grazie alle differenze.

Oggi le giovani generazioni, con la guida di Gianni Canella, figlio di Francesco, stanno trasformando ulteriormente le intuizioni del fondatore.

Foto di gruppo, la famiglia che guida i supermercati Alì. Il quarto da destra è Gianni Canella, figlio di Francesco, destinato a succedere al padre, con il sostegno del fratello Marco e i cugini Giuliano, Enrico, Matteo e Silvano.

A un mese dalla sua morte, mi sento di riproporre la parte centrale della Lectio Magistralis che tenne a Padova, traendola dalle pagine de “Un fresco amore”. Il libro non è in commercio , ma i veneti ( gli emiliani, perché Alì si sta diffondendo in quel territorio) che fossero interessati potranno sicuramente rivolgersi alla Direzione della Alì a Padova per poterlo avere, nella speranza che presto il libro sia disponibile per la clientela. Ecco come descrisse la sua avventura imprenditoriale.

Ho basato la mia vita sulla qualità nelle relazioni, verso i collaboratori, nel servizio alla clientela, nella selezione dei produttori, nei prodotti, soprattutto in quelli freschi. L’attenzione per la qualità del cibo mi ha portato ad avere una maggior cura anche dei punti-vendita, e così ho messo sempre al primo posto: la cura degli ambienti, l’ordine dei reparti freschi e l’esposizione dei prodotti. Da sempre, ho voluto che la mia azienda fosse un luogo dove sia i miei clienti che i miei collaboratori si sentissero a casa, e quindi che si lavorasse con gentilezza, cortesia, professionalità e disponibilità.

Francesco ferma per un istante la lettura della sua Lectio magistralis per bere un sorso d’acqua. Poi riprende:

Qualità è anche qualità della vita: già alla fine degli anni Novanta, posi il sociale al centro dell’attenzione. Ho coinvolto i clienti nelle attività a sostegno del sociale e dell’ambiente, impegnandomi a raddoppiare i contributi versati da loro attraverso la raccolta punti della Carta Fedeltà. Sono così riuscito, insieme ai clienti, a sostenere importanti progetti sociali, quali quelli del Cuamm (Medici con l’Africa), dello IOV, della Città della speranza, del Banco alimentare, dell’ENPA e di tanti altri ancora che continuiamo a sostenere. Qualità è anche qualità dell’ambiente in cui viviamo. Con orgoglio oggi posso affermare che abbiamo messo a dimora oltre 10.000 alberi e che continueremo con questa iniziativa per il benessere di tutti.

Anche nella realizzazione dei negozi, già dal 2008, ho avuto una particolare attenzione all’impatto ambientale. Infatti abbiamo costruito strutture che rispondessero ai più alti requisiti ecologici. Queste sono tutte scelte che ho fatto perché in esse credevo e credo ancora. Inoltre, nel 2005, siamo stati tra i primi ad aver sviluppato un’attenzione alle nuove esigenze dei clienti, evidenziando nei punti-vendita l’assortimento alimentare a loro dedicato.

Oggi, per mantenere alta la qualità del servizio, è indispensabile continuare a investire: su nuovi modelli di vendita, come il commercio elettronico, e su un nuovo centro logistico, di 30.000 metri quadrati, tra i più innovativi in Italia da un punto di vista ingegneristico ed energetico. L’impianto fotovoltaico ci permette di risparmiare quasi 90 tonnellate di petrolio l’anno. La ricerca della qualità come valore fondamentale di tutta la mia vita e la passione sono state alla base del mio successo, che oggi vede nella seconda generazione il suo proseguimento.

Oggi investo nei giovani per creare una nuova struttura aziendale che possa rispondere al mercato del futuro, mantenendo e trasferendo i valori che da sempre ritengo importanti. Ho sempre definito collaboratori le persone assunte presso la mia azienda, e loro sono per me la risorsa più preziosa. Mi rende orgoglioso che da studi di settore risulti che siamo l’azienda italiana della grande distribuzione che registra la maggior fedeltà dei propri collaboratori. Credo così tanto nell’importanza della qualità del prodotto e del servizio che ho anche creato la Scuola dei mestieri, per fornire una formazione permanente e continua ai collaboratori.

Dopo 70 anni di esperienza nel settore alimentare, posso affermare che la qualità della mia azienda è soprattutto merito delle persone che la compongono. Parlo: – dei miei 3.800 collaboratori, che mi sento di ringraziare tutti, perché, con passione e professionalità, seguono, ogni giorno, oltre 100.000 clienti; – della seconda generazione: i miei figli e i miei nipoti che fanno progredire l’azienda con tanto entusiasmo; – di mia moglie e dei miei fratelli, per il loro prezioso sostegno. Francesco ora gira pagina, è la pagina conclusiva. Tutto intorno è silenzio, gli occhi di tutti sono fissi su di lui: – Ho ricevuto vari riconoscimenti istituzionali, tra cui, nel 2011, il titolo di “Padovano eccellente” e, nel 2018, quello di Commendatore. Oggi, dopo 70 anni di “scuola di lavoro”, ricevo questo riconoscimento, il più importante e inaspettato.

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