Il romanzo di MORANDO – Il pioniere del PET FOOD in Italia

Enrico Morando

“Mamma, Giovanni Ferrero vuole assumermi”. Siamo sul finire del 1949 ed Enrico Morando ha ricevuto un’offerta allettante. Abita a Neive da poco più di un anno, ha superato l’alluvione del ‘48, fa il mediatore di cereali e raccoglie nocciole per la Ferrero, ma la madre, Cecilia, gli dice: “Invece che andare a lavorare per Ferrero perché non provi a creare una tua ‘piccola Morando’?” Pensate, quasi 75 anni fa. Enrico dà ascolto alla madre e pone così le fondamenta di un oggi popolarissimo, la Morando, azienda leader italiana nel pet food, con i suoi noti marchi Migliorgatto e Migliorcane. Non ci sarebbe nulla di tutto ciò se non ci fossero stati quella proposta di una madre e la risposta affermativa di un figlio. Non ci sarebbe questa primaria azienda del cibo per cani e gatti, non ci sarebbero state centinaia di posti di lavoro fino ad oggi, non ci sarebbe la meravigliosa storia di Montalbera e del Ruchè, azienda vinicola e vino che hanno le loro radici in quell’inizio, in quel dialogo tra madre e figlio. Che mistero di destini… Ci sarebbe stato, probabilmente, solo un bravo collaboratore della Ferrero.

Un libro come quello che potrete leggere e che ho avuto l’onore di scrivere – “Non fermarti mai” – è un romanzo corredato anche di fotografie, che racconta la storia di Enrico Morando, il fondatore dell’azienda. L’ho conosciuto non personalmente, ma dopo la sua morte, avvenuta nel 2017 a 95 anni, visitando il sito produttivo di Andezeno, in Piemonte, quello di Molfetta, in Puglia, entrando poco alla volta nelle teste e nelle vite dei figli Giovanni e Walter, dei nipoti Franco, Enrica e Laura, dei dirigenti e dei tanti collaboratori. Posso dire di averlo incontrato ugualmente vivo. Figli e nipoti hanno già dato la loro impronta a questa azienda, da tempo, ma lo stampo, gli insegnamenti, pochi ma solidissimi, lasciati da Enrico continuano a essere una pietra miliare sulla quale specialmente i nipoti stanno innestando l’innovazione richiesta dai tempi mutati ma radicata nella tradizione.

Il primo miracolo umano che io voglio sottolineare è la tenuta della gestione familiare dopo la morte di Enrico. Ho trovato dei senior lungimiranti e aperti a far venire avanti i junior, ho trovato dei junior che invece di strappare, di dare colpi di testa, di far fare corse avventate in avanti, hanno avuto la saggezza, questa sì da senior, di innestare i cambiamenti con pazienza, con rispetto del passato e del ruolo dei loro genitori-manager. Tutto questo rassicura, perché in questo spirito di unità voluta, cercata, alimentata, c’è il fondamento di un’azienda sana e con futuro, capace anche di aprirsi ai manager esterni.

Un’ultima annotazione vorrei fare: c’è un capitolo del libro che s’intitola “Non adorate i soldi” e che, a mio modo di vedere, intitola la Costituzione non scritta che regge la repubblica democratica della Morando. In questo capitolo vediamo Enrico dire quasi con solennità: “E’ vostro dovere difendere e gestire bene le proprietà che abbiamo conquistato con fatica e sudore. Non adorate i soldi. Man mano che ne avete, meglio che abbiate una lira di debito, nel senso che siete impegnati a comprare qualcosa, piuttosto che una lira in banca… Io ho sempre speso i soldi, non sperperati, per carità, ma investendoli in cose che possono rimanere”.

Un giorno, intervistato nella casa della Cantina di Montalbera, Enrico aveva detto con la consapevolezza della sua voglia di fare e costruire per sé, la sua famiglia e le famiglie di chi lavorava con lui: “Chissà, se ci fossero quattro Morando in queste vallate, che cosa non diventerebbero, quanti posti di lavoro creeremmo”. Enrico Morando ha vissuto così. E il suo messaggio a chi è rimasto è la sua stessa vita. Che leggerete, che comprenderete e gusterete, attraverso il romanzo “Non fermarti mai” in vendita speciale dal 3 al 9 gennaio 2024 nei negozi Mondadori di Torino (piazza Castello) e Milano (Piazza Duomo). Qui di seguito potete vedere due video sulla campagna di gennaio e, a seguire, un estratto dal libro “Non fermarti mai” che spiega come e quando a Enrico Morando venne l’idea d produrre cibo per cani e gatti. Tutto provocato da un manifesto murale, notato, e fotografato, sul muro di una casa di Marsiglia. Così che, quando comprerete qualche prodotto Morando per il vostro cane o gatto, potrete pensare a come e dove è iniziato tutto. Noi viviamo, per forza di cose, dei frutti del passato. Un passato che è molto interessante conoscere e capire.

https://www.instagram.com/reel/C1ZOhGttPfO/?igsh=ZHVsM2lmNzJiMDI3

La presentazione del libro “Non fermarti mai” disponibile su YouTube – Il romanzo è in promozione dal 3 al 9 gennaio 2024 nelle librerie Mondadori e, in particolare, in quelle di Milano (piazza Duomo) e Torino (piazza Castello)

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Marsiglia, estate 1959

Intanto Enrico, per i suoi commerci, ha messo il naso pure in Francia: ha cominciato a lavorare, anche in acquisto tramite mediatori, con i mulini marsigliesi. In pieno periodo di raccolto dell’orzo – sono i primi di giugno del 1959 – lo invitano a visitare le loro strutture e i magazzini. E’ un’occasione da non perdere. Casa, negozi, panetteria e mangimificio sono in buone mani, Enrico è tranquillo e parte per Marsiglia. Raggiunge la città in treno. Ha con sé una nuovissima macchina fotografica. Marsiglia è bella e va fotografata…

Appena arrivato, parlano subito di lavoro. “Monsieur Enrico, abbiamo trenta vagoni di orzo pronti. Li vuole comprare?” Morando è attirato dalla proposta, ma è onesto con sè stesso, sa che non può accettare. A cena, in un bel ristorante di Marsiglia, spiega al suo ospite: “Devo essere sincero, mon ami, non ho il denaro per acquistare tutto e non so dove mettere tutta questa merce. E se prendessi la metà? Penso di potercela fare a ritirarla.”

“Affare fatto, monsieur Morando.”

Concluso il business, il giorno seguente gli ospiti marsigliesi vogliono far vedere la loro città al cinete italiano. “Monsieur Morando, dobbiamo portarla a vedere il mercato del pesce al Vieux Port! Ma dovremo alzarci presto per essere lì almeno alle 8, quando troveremo grossisti e ristoratori. Vedrà che meraviglia di pesce fresco tirano su i nostri pescatori! Dietro e in alto, sopra il porto, potrà ammirare il monumento-simbolo di Marsiglia, la chiesa di Notre-Dame-de-la-Garde.”

La mattina dopo…uno spettacolo! Giornata meravigliosa e di sole. (…) Enrico si aggira tra la moltitudine di barche del porto e tra quelle dei pescatori che stanno vendendo pesce fresco. Si trova immerso in un mondo che non gli appartiene, ma lo guarda con gli occhi stupiti di un bambino, lui che viene dalle vigne e dalle campagne della Langa: meravigliarsi, infatti, è un tratto dominante della sua personalità. “Più tardi”, gli promettono, “la portiamo a mangiare il pesce.” (…)

Enrico è contento, si sente a suo agio. (…) Dopo pranzo fanno un giro per le vie strette del centro. Marsiglia è animatissima. A un certo punto della visita, però, un a grande pubblicità murale attira l’attenzione di Enrico. E’ davvero enorme e copre l’intero fianco di un palazzo. L’insegna pubblicizza alimenti per cani e gatti del marchio Canigou et Ron-Ron e invita a comprarne le scatolette nei negozi di alimentari, sì, gli stessi negozi dove è possibile acquistare cibo per gli “umani”. Enrico rimane colpito da quell’immagine, ma soprattutto, dall’idea di mettere in commercio cibo già pronto in scatola, proprio come la razione K conosciuta in Italia nel periodo della guerra.

La curiosità è grande. “Ma qui si producono davvero cibi per cani e gatti come dice la pubblicità?” domanda Enrico ai suoi ospiti.

“Certo, in Francia li produciamo ed è anche un buon mercato. E voi, in Italia?”

“Da noi, in inverno, i gatti li mangiamo. E ai cani, diamo avanzi di tavola e pedate nel sedere.” Risposta efficace e chiara quella di Enrico Morando, il quale, estratta la sua macchina fotografica, immortala la pubblicità murale. “Devo pensarci…”, ragiona tra sè mentre gli amici marsigliesi lo accompagnano all’albergo. Nel viaggio di ritorno da Marsiglia a casa, Enrico pensa continuamente all’idea di produrre mangimi per cani e gatti. Non è un’idea peregrina, lui già lo sta facendo per animali di grossa taglia. “Ma come fanno a produrli?” si domanda con la curiosità che monta… Un’idea che mai gli sarebbe venuta in mente se non avesse sbattuto il naso, per così dire, contro quel “manifesto” murale di Canigou et Ron-Ron. Ogni tanto però si domanda se non è diventato improvvisamente matto, visto che non riesce a togliersi dalla testa quell’idea. “Ho un bel lavoro, commercializzo ancora grnaglie e anticrittogamici e produco e vendo mangimi per mucche e vitelli: tutto ciò è anche ben redditizio…” dice tra sè e sè. “Chi me lo fa fare di andare a cercare altro?”

Eppure, diciamola tutta, l’idea è davvero entusiasmante e sfidante. Sfidante perché Enrico è sicuro che in Italia nessuno stia pensando in quel momento a produrre cibo per cani e gatti. E se mai ce ne fosse uno – che volesse imitare i francesi – lui dovrebbe cercare di realizzare quell’idea prima che ci arrivino altri. E poi, ci sarà da guadagnarci? “In Italia, così ragiona durante il suo viaggio di ritorno da Marsiglia, “nelle case dei cittadini si vedono pochi cani e gatti, mentre se ne trovano tanti nelle campagne e in montagna, magari randagi… Ma se in Francia sono arrivati a produrre mangimi per cani e gatti, questo vorrà pure dire qualcosa… Ci arriveremo anche noi! E voglio essere il primo a farlo!”

La pubblicità murale notata da Morando nella sua visita a Marsiglia nel 1959
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