In 76 scatti la storia di Progetto Arca

Quando varcarono la soglia dell’ufficio del notaio Umberto Ajello, impeccabile nel suo abito elegante e cravatta, si ritrovarono tutti insieme nella sala d’aspetto, pervasi da un misto di emozione. Era l’emozione della responsabilità che si stavano assumendo. Quel passo li avrebbe portati a impegnare tutte le loro energie. Ne avevano a sufficienza: erano tutti più o meno trentenni e stringevano tra le mani le ragioni della propria speranza nel futuro. Prima metà degli anni Novanta, primavera inoltrata: 25 marzo 1994, Bastioni di Porta Venezia 1, Milano. Abiti leggeri, aria fresca, Alberto, il comandante dell’equipaggio, si presentò con l’abbigliamento di sempre. Lui non teme i cambi di stagione! I piedi, nudi, nei soliti sandali… Il notaio, appena li ebbe fatti accomodare nella stanza dove si sarebbero consumate quelle «nozze sociali», guardò in faccia uno a uno quei giovani uomini e donne che aveva di fronte e pronunciò i loro nomi: Alberto Sinigallia, Shulamit Assif, Giacomo Caremoli, Giampaolo Grenzi, Ambra Dauben Lanz, Maurizio Montesano, Luigi Palazzo, Patrizio Paoletti, Davide Pirovano, Giuliano Pozzi, Fulvio Regonaschi, Catia Trevisani, Claudia Vergottini. Al sentirsi chiamati, ad alcuni di loro quasi venne da rispondere «presente!» come a scuola, come in caserma. La parolina rimase però inespressa e illuminò gli sguardi mentre gli occhi, carichi di attenzione, dicevano: sì, ci siamo.«Dunque voi vi chiamerete Progetto Arca» cominciò a dire il notaio «avete sede in via Arbe, qui a Milano…

Comincia così il romanzo che racconta la storia di Progetto Arca. Qui di seguito in 77 immagini il cammino lungo 30 anni di questa opera sociale che si dedica da sempre ai più poveri con dedizione totale e carica di amore al destino di ogni singola persona.

In 76 scatti la storia di Progetto Arca

Quando varcarono la soglia dell’ufficio del notaio Umberto Ajello, impeccabile nel suo abito elegante e cravatta, si ritrovarono tutti insieme nella sala d’aspetto, pervasi da un misto di emozione. Era l’emozione della responsabilità che si stavano assumendo. Quel passo li avrebbe portati a impegnare tutte le loro energie. Ne avevano a sufficienza: erano tutti più o meno trentenni e stringevano tra le mani le ragioni della propria speranza nel futuro. Prima metà degli anni Novanta, primavera inoltrata: 25 marzo 1994, Bastioni di Porta Venezia 1, Milano. Abiti leggeri, aria fresca, Alberto, il comandante dell’equipaggio, si presentò con l’abbigliamento di sempre. Lui non teme i cambi di stagione! I piedi, nudi, nei soliti sandali… Il notaio, appena li ebbe fatti accomodare nella stanza dove si sarebbero consumate quelle «nozze sociali», guardò in faccia uno a uno quei giovani uomini e donne che aveva di fronte e pronunciò i loro nomi: Alberto Sinigallia, Shulamit Assif, Giacomo Caremoli, Giampaolo Grenzi, Ambra Dauben Lanz, Maurizio Montesano, Luigi Palazzo, Patrizio Paoletti, Davide Pirovano, Giuliano Pozzi, Fulvio Regonaschi, Catia Trevisani, Claudia Vergottini. Al sentirsi chiamati, ad alcuni di loro quasi venne da rispondere «presente!» come a scuola, come in caserma. La parolina rimase però inespressa e illuminò gli sguardi mentre gli occhi, carichi di attenzione, dicevano: sì, ci siamo.«Dunque voi vi chiamerete Progetto Arca» cominciò a dire il notaio «avete sede in via Arbe, qui a Milano…

Comincia così il romanzo che racconta la storia di Progetto Arca. Qui di seguito in 77 immagini il cammino lungo 30 anni di questa opera sociale che si dedica da sempre ai più poveri con dedizione totale e carica di amore al destino di ogni singola persona.