STORIA di Alba – Una fiaba su RUOTE

Alba me l’ha presentata Marianna Carlini, la mia talent scout delle imprenditrici italiane. E sua è la storia che apre il mio ultimo libro, dedicato alle donne imprenditrici e dal titolo “Nel nome delle donne”, pubblicato da Rubbettino e scritto da me insieme con la brava Silvia Lessona. Il libro è già acquistabile online sul sito della casa editrice. E comincia da Alba Menozzi vuoi per ragioni alfabetiche – “Bologna gomme” l’azienda che conduce, comincia per B col suo nome – e vuoi per la singolarità della sua storia – con la vita, le esperienze e gli studi fatti da giovane mai si sarebbe pensato che lei, un giorno, sarebbe diventata una “capitana” d’impresa.

Alba è un personaggio interessantissimo e prorompente per vitalità e anche per volontà di aiutare gli altri a vivere bene. Anche quest’ultimo aspetto mi ha colpito moltissimo. Alba é una bellissima donna e ti cattura per la sua personalità, cresciuta e maturata attraverso momenti difficili della propria vita, da ragazzina e nel resto dei suoi anni, ma pure attraverso grandi obiettivi realizzati. Con tanta pazienza e umiltà, scontrandosi spesso con una certa mentalità maschilista, è diventata poco alla volta la protagonista della crescita di Bologna Gomme, che non è semplicemente una rete di officine specializzate nella fornitura e nell’equipaggiamento di gomme per auto e veicoli pesanti, ma ormai un’impresa del settore pneumatici managerializzata e svincolata dal solo apporto della famiglia proprietaria, con servizi qualitativamente elevati e innovativi e che vuole spiccare il volo dal Bolognese, dove è saldamente radicata, al resto d’Italia.

Un altro elemento interessante della storia di Alba è il rapporto con il marito, Nello, l’uomo che si è innamorato di lei a prima vista, ma anche l’uomo che – pure lui con grande pazienza – ha saputo cogliere le potenzialità di Alba dandole quello spazio – comprese le quote societarie – che nel giro di pochi anni avrebbe permesso a lei di trasformare l’azienda.

Con Alba ci siamo intesi subito. Qui di seguito vi faccio leggere l’inizio del suo racconto tratto dal libro “Nel nome delle donne”. Vi verrà sicuramente voglia di continuare a leggerlo. Potrai farlo acquistando il libro online sullo store di Rubbettino, qui sotto trovate il link per comprarlo. Nei prossimi giorni lo troverai in vendita anche sulle principali piattaforme online e, dall’inizio del 2024, nelle librerie fisiche.

https://www.store.rubbettinoeditore.it/catalogo/nel-nome-delle-donne/

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Non avevo mai pensato, nè tanto meno “sognato” di diventare un’imprenditrice. Figuriamoci poi se un’imprenditrice nel settore dell’autoriparazione e della vendita e montaggio di pneumatici, in mezzo ad automobili, moto e veicoli pensanti! Per anni, durante la gestione del mio centro a Villanova, ho imparato ogni mansione, dall’amministrazione alla vendita e appassionandomi anche alla parte più operativa e tecnica di questo mestiere che mi ha portato a cambiare gomme in officina, regolare convergenze, approcciare ai primi servizi di meccanica leggera. Tutto questo in un mondo, quello di allora, esclusivamente maschile. E guarda ora: dal 2022 sono amministratore delegato di Bologna Gomme, un’azienda che guarda al futuro, ponendosi come un’impresa in grande movimento e che si sta strutturando con una organizzazione il più possibile autonoma, con caratteristiche imprenditoriali e con abilità manageriali, che siano garanzia della sua costante e solida presenza sul territorio.

Il mio obiettivo per la salute e la solidità della nostra Bologna Gomme è fare in modo che io non sia centrale nell’organizzazione dell’impresa, ma che possa con le mie visioni spingerla sempre oltre l’oggi, verso orizzonti inimmaginabili. Verso l’impossibile. In questo mio modo di guardare al futuro la nostra organizzazione e il mio team devono essere preparati, autonomi, motivati e folli quanto basta da seguirmi. Così come è stata un po’ la mia gavetta all’interno di questo settore. (…)

Tutto ha avuto inizio nel 1998 dall’incontro imprevisto con Nello, colui che è diventato mio marito, da quell’innamoramento a prima vista, da quel pensiero fulmineo e vero “questo è l’uomo che sposerò”, e poi dalla sua proposta – non immediata, ma ragionata –: “Vieni a lavorare con noi?” Il noi allora era composto da Nello, da suo padre Pasquale, da suo fratello Antonio e dal socio Stefano. Ci capita spesso, a Nello e a me, dopo i primi mesi di frequentazione, di parlare di lavoro , peraltro toccando spesso temi che erano stati la mia materia di studio. È proprio durante questi scambi di opinioni che mi viene fatta la proposta di gestire il terzo centro di Bologna Gomme a Villanova di Castenaso, aperto da pochissimi mesi. In quel momento ero titolare di una piccola azienda artigianale che mi procurava un ottimo guadagno, ma ero consapevole che quello non sarebbe stato il lavoro della mia vita. Quindi inizio a riflettere seriamente su quella proposta: un giorno vado a vedere il centro che Nello vorrebbe affidarmi ed entrando nel capannone rimango letteralmente folgorata dal profumo della gomma. Quello che sarebbe poi diventato il mio profumo preferito.

Dunque, ho detto che non avrei mai immaginato di diventare imprenditrice di questo settore. Ma, ancora di più, non avrei mai immaginato e tanto meno “sognato” di mettere per iscritto la mia storia. E guarda che cosa mi capita: un giorno mi chiama al telefono un uomo, fino ad allora sconosciuto, e mi domanda: “Mi racconti la tua vita?” Naturalmente, qualcuno gliene deve aver parlato, e lui deve essere rimasto incuriosito. Così, un bel giorno – poco tempo fa – ci siamo incontrati e ne è nata una confidenziale relazione “amicale” che mi ha portato ad approfondire la nostra conoscenza al punto che mi è venuto spontaneo raccontargli alcune parti della mia vita. Una vita movimentata. Il giorno dedicato alla narrazione della mia storia sono andata a prendere Adriano a Bologna con la mia amata Land Rover verde e poi, chiacchierando, siamo saliti lungo le dolci colline di Castelletto di Serravalle.
L’ho portato nella mia casa “spirituale”, poco distante dal più noto Monteveglio: un alloggio di quasi 70 metri quadrati in un residence in mezzo al verde che tanto mi ricorda la mia piccola casa d’infanzia situata in mezzo ai boschi di Rasiglio dove sono cresciuta. Questa casa “spirituale” non è quella dove vivo con mio marito, che si trova a tre chilometri da qui. Esatto… abbiamo due case. Una decisione presa nel 2017 nata da una consapevolezza comune. Abbiamo in maniera intelligente compreso che l’amore è una scelta, da fare ogni giorno, e che deve tenere conto delle profonde spiritualità dell’altro che in alcuni momenti della vita possono essere divergenti dalle proprie. Abbiamo compreso, insomma, che il nostro amore doveva dare spazio a esigenze personali differenti nel vivere il quotidiano. Oggi sono ormai 25 anni che siamo una coppia, e mi sento di dire con grande orgoglio che ogni giorno è sempre meglio. Certo, essere soci di vita e di affari da 25 anni non è stato indolore, ma siamo sempre stati uniti nell’affrontare ogni difficoltà e abbiamo sempre deciso di tenerci per mano anche quando era più difficile farlo. Ma questo sarà argomento di un altro incontro. Ho fatto accomodare il mio ospite nella sala di questa mia casa “personale”. E intanto, ci siamo stappati una bottiglia di vino con le bollicine e ne abbiamo bevuto un sorso facendo cin in. Lo osservo: il mio “istinto” mi dice che posso fidarmi e che posso raccontarmi senza filtro alcuno. (…)

Fin da piccolina sono particolarmente attratta dalla musica e mi piace tantissimo ballare. Al compimento dei miei 15 anni, trascorrendo il primo pomeriggio in discoteca a ballare, capisco che avrei potuto approfittare della mia passione per il ballo, unita al fatto che ero considerata una ragazza carina, per guadagnare qualche soldo. La prima proposta di “lavoro” mi arriva dal titolare di una delle discoteche che andava per la maggiore, allora, il sabato pomeriggio. Comincia così la mia “carriera” da ballerina cubista: guadagno 50 mila lire a pomeriggio. Ovviamente, ne parlo in famiglia: papà accondiscende, ma a una condizione: mi accompagnerà personalmente ogni volta. Gli anni passano e poco prima della maggiore età inizio a esibirmi anche di sera, nei locali più conosciuti di Bologna e della Riviera. In quel tempo è un bellissimo lavoro. Sono con un gruppo di altre ragazze che studiano e che nel divertimento del ballo guadagnano un po’ di soldi per mantenersi. Raramente mi trovo in situazioni imbarazzanti con il mondo maschile. Mio papà, che si chiama Gianni, mi permette di fare tutto quello che voglio, ma mi pone due condizioni essenziali: niente alcool e niente droga. Oltre al solito suo impegno ad accompagnarmi e a venirmi a prendere. Devo dire che non ho mai capito se il mantenermi sulla retta via sia stato esito di queste sue regole. Ma ammetto che ha funzionato, e in fondo è quello che conta.